domingo, 28 de febrero de 2010

L'irrequietezza ovvero la ricerca del tempo perduto

Die deutsche Uebersetzung folgt wie ueblich spaeter ;-) ....



Ho visto cose che voi umani ...

Ho scalato vulcani innevati in Pucon, ho visto la sconfinata solitudine della Patagonia e dell'Araucaria, tutt'ora parte del regno della Nuova Francia, luoghi abitati da giganti e dinosauri ormai inesorabilmente estinti, ho solcato ghiacciai insidiosi, ho visto l'imponente Perito Moreno,

ho scalato montagne scoscese e ostili per vie impervie nel parco nazionale Torres del Payne, ho visto le immense distese di ghiaccio del ghiacciaio Grey, ghiaccio ovunque, ne ho ascoltato l'agonia, quasi fosse consapevole della sua inesorabile condanna, mi sono accampato lungo le rive di laghi d'acciaio, solcati da blocchi di ghiaccio, di nuovo i segni dell'agonia . Ho condiviso temperature polari ammassati in tende troppo piccole, impreparati a condizioni atmosferiche troppo imprevedibili. Ho apprezzato il calore inaspettato dei rifugi montani, la cioccolata, inaspettato soccorso lungo i ripidi sentieri che portano ai picchi innevati, ho imparato ad odiare il latte in polvere diluito nell'acqua gassata, il tonno in scatola, i crackers, unica fonte di energia nelle notti fredde della Magellania. Ho visto pochi gauchos, una volta signori indiscussi delle aride distese patagoniche. Nessun fuoco ci ha accolti nella Terra del Fuoco, ho visto la fine del mondo. Ho visto il sole nascere su Buenos Aires, cittá profondamente amata e mai dimenticata, oasi accogliente nell'insicurezza sudamericana, ho dormito in posti infestati dalle zanzare, sotto palme di cocco, in aree di servizio, sotto cieli stellati dondolandomi in una amaca (ne compreró un paio per la Sicilia), ho visto le smisurate cascate dell'Iguazu, ho disceso fiumi turbolenti, mi sono calato in abissi profondi 72 metri in Parati, sperimentanto dolori fino ad'ora sconosciuti, ho cucinato senza amore per 25 persone, ho visto il sangue sgorgare dalla gola sgozzata di una pecora, di cui abbiamo mangiato la carne seduti intorno al fuoco, ho cavalcato per pantani ostili, ho ballato al ritmo della samba per tre giorni di seguito dormendo di giorno e ballando di notte. Insomma, ho fatto di tutto: sono andato in canoa, in cayak, ho fatto l'upsailing, il repelling, mi sono arrampicato a mani nude, ho fatto del rafting, sono andato a fare jogging sotto il sole cocente bonairense ...

Di notte, alle 3 di notte, direttamente dal Sambadromo di Rio di Janeiro, dopo una veloce doccia, é cosí che ho lasciato il gruppo di amici con i quali avevo viaggiato per sei settimane. A dire la veritá non erano tutti miei amici, verso alcuni ho provato molto affetto, verso altri istinti omicidi :-). Odiavo specialmente le regole, le regole quando si facevano i panini: 1 fetta di prosciutto, 2 fette di formaggio, 1 fetta di salame e se sgarravi ti lapidavano ... quanto ho odiato alcune persone, nessuno lo puó immagginare, ma ho incontrato amici per la pelle, che andró a visitare primo o poi in Australia. Il gossip era la cosa piú odiosa. Siccome la nostra guida aveva giá da tempo deciso di lasciare la compagnia, per passare il tempo si era messa con uno dei passeggeri che aveva 18 anni, mentre lei ne ha 29. Immaginatevi i pettegolezzi, tutte le ragazze a dire che siccome era impegnata a farselo non le restava molto tempo per prendersi cura del resto del gruppo. E poi l'autista ungariano che sembrava sempre ubriaco e che chiamava troie alcune ragazze senza curarsene. Ho cucinato senza voglia, prendendomi come punizione la preparazione di una colazione extra. Dopotutto sono contento di andarmene per i fatti miei qui in Colombia, sono contento di stare lontano da tutti, dalle cittá. Preferisco la natura. Cosí ho deciso di andare nella Serra Sierra Nevada del Cocuy dopo per la prima volta nella mia vita ho scalato una, anzi due montagne, (5100 e 4800), e mi sono reso conto di cosa vuol dire respirare a certe altitudini.
E non finisce qui, me ne andró alla ricerca della cittá perduta nella Sierra Nevada di Santa Marta e vedró anche Cartegena de Indias, luogo mitico dei romanzi di Gabo.

«Se è stata una vita piena, se hai potuto realizzare te stesso al
meglio delle tue capacità, se hai conosciuto amore e dolore, se hai
accettato i tuoi limiti ma hai utilizzato tutte le valenze vitali
delle quali disponevi, se non hai prevaricato, se infine non sei stato
avaro di te stesso; questo vuol dire aver fatto i conti con la morte»

Ormai é inutile, l'irrequietezza mi é penetrata nelle ossa, malgrado abbia viaggiato a volte per 15 ore di fila in autobus scomodi, ho giá in programma di ritornare in Sudamerica, per viaggiare seguendo il mio ritmo e i miei desideri, o forse andró in India o in Nepal. Senza dubbio mi compreró una tenda e viaggeró per la Svizzera e come consigliatomi da uno svizzero incontrato sulle montagne del Cocuy mi iscriveró al club alpino svizzero. Fare treking é fantastico. Il canadese che ho incontrato nel Cocuy mi ha parlato di una pratica chiamata Portaging, che consiste nell'andare in canoa e trasportare la canoa da un lago all'altro, so giá dove farlo, adesso ho solo bisogno di trovare dei volontari :-) Viaggiare ha i suoi vantaggi, ma anche i suoi svantaggi. Per questo ultimamente la mia mente ritorna sempre piú spesso agli amici che ho lasciato in Svizzera, alle attivitá in sospeso, alla mia famiglia e alla Sicilia, luogo che dopo tutto tutt'ora esercitá un attrazione fatale. Questo viaggio mi sta facendo riscoprire le cose alle quali tengo di piú: la vela e la chitarra. Se c'é una cosa che ho imparato ad apprezzare, questa cosa é il mio corpo. Non mi permette di eccellere in niente, ma mi permette di fare tutto ed é piú resistente di quanto pensassi, é la cosa materiale piú preziosa che ho. In fin dei conti tutto questo ha anche lo scopo di attraversare la linea d'ombra che c'é in tutti noi e di fare i conti con i propri demoni.

Quasi dimenticavo, ecco la venere sudamaricana ed alcune altre foto di amici a Buenos Aires:

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